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STINCO di SANTO

L’origine dell’espressione risale al Medioevo, quando in Europa si diffuse il culto delle reliquie dei santi.La figura del santo era molto importante nella società medievale, e le reliquie venivano conservate e venerate nelle chiese e nei monasteri.

L’espressione “stinco di santo” è quindi nata dalla credenza popolare che possedere un pezzo di osso di un santo avesse poteri taumaturgici. Nel corso dei secoli, il significato originario si è evoluto, e oggi l’espressione viene utilizzata in modo figurato per indicare qualcosa di molto raro o prezioso.

Lo stinco di santo è un piatto tradizionale della cucina italiana. Si tratta di una preparazione a base di carne di maiale, di solito lo stinco posteriore dell’animale.

Il piatto ha un significato simbolico legato alla religione cattolica. Tradizionalmente, lo stinco di santo veniva preparato e consumato in occasione delle festività religiose, come la Pasqua o il Natale.

La preparazione dello stinco di santo richiede tempo e pazienza. La carne viene cotta a lungo in pentola, a fuoco lento, con l’aggiunta di aromi e spezie come rosmarino, aglio e pepe. Il risultato è una carne morbida e succulenta, che si scioglie in bocca.

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